domenica 1 dicembre 2013

Renzi e il bisogno di te



Questa volta voglio un po’ giocare, non voglio parlare di politica,
ma solo di caratteri. E ognuno di carattere ha il suo.
Anche Renzi è Renzi. Ed è troppo forte, Renzi.
E’ un carattere leale, semplice, aperto, anche se è costretto
a giungere alla sincerità dalla sua sfrontatezza raggiante
e impertinente, quasi adolescenziale (qualcuno assicura:
se vuole, sa essere cattivo”; mah!).
Aperto è aperto.  Anche quando cerca di cambiar registro
nei suoi discorsi per attrarre l’attenzione dei “comunisti
(si fa per dire!), sì, quei reduci sparuti del pensiero collettivo,
non riesce a trattenere la sua sincera natura.
Così, per presentare di sé un’altra dimensione in vista
dell’8 Dicembre, prova a usare la parola magica
 ”insieme”, ma non arriva fino al punto di cancellare
la sua prorompente ambizione personale, il limite suo
più evidente (anche se in Italia paga ancora bene, per via soprattutto 
di una dominante cultura maschilista, adatta alla mischia senza misura,
quasi sempre tifosa di calcio –e Berlusconi “scende in campo”,
Vendola vuole giocare “la partita”, e Renzi è fissato
per non sbagliare “il rigore”: ma si puo!-) .
Bene. Leggiamo ora questo spiritoso pezzo di bravura di Renzi
nel voler convincere “altri” elettori della natura collaborativa,
e non monarchica –anche se in Italia la monarchia è un’illusione-, 
della sua leadership . Scandisce Renzi: «Non ci sono supereroi
da queste parti: ci sono persone che credono che insieme 
si possa cambiare il mondo. Una leadership forte è fondamentale.
Ma il vero leader è chi sa fare insieme agli altri, non senza gli altri. 
Ho bisogno di tutti a cominciare da te, che stai leggendo questa email». 
Bravissimo. Ma vediamo l’andamento del discorso.
Prima affermazione: “non esistono supereroi”;
e qui tutti d’accordo, e tu ti senti alla pari di ogni altro, 
e senti l’orgoglio di poter “contare”; e ripeti all’antirenziano: 
Hai sentito? Continuare a dire che Renzi vuol far l’uomo solo al comando
 è una malignità!
seconda affermazione: “le persone che ci credono possono insieme 
cambiare il mondo”: e tu capisci subito che anche tu, che ci credi, 
sei importante, perché insieme agli altri puoi contribuire a cambiare
il mondo; e già ti senti addosso l’entusiasmo;
terza affermazione: “una leadership forte è fondamentale”; e qui tu, 
su due piedi, senza poter riflettere, ti senti quasi chiamato
a pensare, istintivamente: ”certo, altrimenti come si potrebbe fare?”;
quinta affermazione: “non è fondamentale solo una leadership forte, 
ci vuole anche un leader vero che sa fare insieme agli altri”;
e qui tu, accolta ormai l’idea della leadership forte, già ti senti pronto 
all’azione, vuoi già fare insieme al leader vero,
che così è diventato il “tuo” leader;
ma alla sesta affermazione arriva la doccia fredda, gelata, il "cambiamento";
il leader vero diventa “io” e quell’ “io”  grida :ho bisogno di tutti a cominciare da te, 
lettore della mail”; anzi sembra quasi che il leader vero ti chiami per nome 
per confermarti: “ho bisogno di te”. Ma anche di "tutti".
E qui, all'improvviso, se appena ti senti una persona di piena autonomia e libera, 
dopo aver provato l’entusiasmo della partecipazione reale, del fare insieme 
agli altri, tra persone alla pari, ti ritrovi a essere una mappina 
(è napoletano per “cencio”, “straccio”, ma più inservibile), in una parola,
ti trovi a essere strumento nelle mani e nel disegno di un leader vero.
Lentamente, dolcemente, senza accorgertene.

E’ troppo forte Renzi, non riesce a smentirsi, ma può fregarti.
Ehi, tanto solo per giocare, con le parole e con i discorsi.
O no?
 Severo Laleo

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