giovedì 17 gennaio 2013

La caciara del Caimano




A sinistra, almeno se ci si chiama Nanni Moretti,
anche quando si vuole esprimere un giudizio critico, forte e definitivo,
su un personaggio politico, potente, grazie a un consenso da carisma di soldi,
e pericoloso, per la sua naturale vocazione di tiranno,
si cerca sempre di guardare in alto, di ingrandire, e nobilitare, le parti.
E si immagina tragica, con “Il Caimano”, la sua uscita di scena,
a danni gravi al Paese ormai inferti.

Macché, il nostro imprenditore prestato alla politica esce di scena
così, briosamente, tra calde sedie di un moderno studio Tv,
da Santoro stancamente allestito a campo di un improbabile dibattito,
tra una gag e l’altra, per pubblico divertimento,
alla presenza di un suo fan di successo, Massimo Boldi,
ricco di audience, ma povero di popolo,
senza una rivolta violenta, senza un atto da dramma politico,
senza una scarica sociale di rivoluzione dei suoi “servi liberi”.
E’ andato via così il capo di un ventennio di riduzione dell’etica pubblica,
nella caciara mediatica in continua rappresentazione di sé.

Ma se questo Paese ha ancora
un minimo di memoria storica, da cittadinanza attiva,
un minimo di cultura liberale, alla Piero Gobetti,
un minimo di serietà, alla Tina Anselmi,
un minimo di attenzione ai movimenti reali della società, alla Milena Gabanelli,
non perderebbe il suo tempo a seguir gesti e parole di un vecchio guitto.
Minimamente.

Ma, si sa, il nostro sistema di informazione, in gran parte, è abituato a divertirsi.
E per questo continua ad alimentare la caciara del Caimano.
O no?
Severo Laleo

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