venerdì 18 gennaio 2013

Se Vendola avesse proposto per SEL


Se Vendola avesse proposto per SEL
non solo le sue utili e brillanti narrazioni, con il conseguente, grave a sinistra,
affievolimento del dibattito comune, e con il vistoso incremento di variegate spinte,
non solo soggettive, a percorrere sentieri altri;
se Vendola avesse proposto per SEL
non solo il suo nome simbolo, con il conseguente consenso, 
grave almeno per SEL, alla diffusione dell’idea dell’insostituibilità del “capo”, 
inopportuna e sbagliata;
se Vendola avesse proposto per SEL
una vera e propria segreteria politica, magari bina, ossia gemina, ossia doppia,
cioè costituita da un uomo e una donna, a tempo pieno, efficiente
e, soprattutto, appassionata di democrazia, oggi la campagna elettorale
del Partito avrebbe nel suo ideale paniere punti chiari, comprensibili,
condivisi, irrinunciabili di programma, i "famosi" punti di SEL.

Ma qual è (stato) il contributo originale, vincolante/imprescindibile di SEL 
al programma di governo della coalizione di centrosinistra? Non è dato sapere.
Anzi, peggio, è possibile sapere/verificare, perché, per capire, basta un semplice
confronto tra la Carta di Intenti del PD, "Italia Bene Comune",
e la Carta di Intenti della Coalizione, "L’Italia Giusta".

Forse la segreteria di un partito della “nuova” sinistra, questa è SEL,
avrebbe il compito obbligato, sulla scia certamente delle opzioni politiche
del suo Manifesto, di: 1. estendere, proprio colmando con la partecipazione viva 
delle persone quel “vuoto di democrazia” del ventennio berlusconiano, 
la pratica della democrazia, prima al suo interno, con nuovi metodi 
di discussione/decisione, ad ogni livello di partecipazione, delle proposte 
di politica generale, magari con nuove regole di trasparenza/selezione di dirigenti, 
e successivamente, soprattutto con la vittoria elettorale, estendere 
la pratica della democrazia all'esterno, alla società tutta;  
2. di progettare/realizzare, dopo ampio, approfondito confronto con il PD,
nell’ambito del profilo comune del programma, proprie e riconoscibili
proposte di governo, a suggello dell’alleanza, sulle quali spendere
la passione politica di ogni buon militante consapevole.

Al contrario SEL si trova, al di là di ogni altra buona ragione, a essere,
ancora una volta, un obbediente, ma non più unanimemente, comitato elettorale.
O no?
Severo Laleo

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