lunedì 12 marzo 2012

Il reddito minimo, la “pasta al pomodoro” e la Civiltà



Leggo dal Corriere della Sera, in cronaca di Roma, la notizia di un incontro
tra la Ministra del Lavoro, Elsa Fornero, e tredici donne precarie.
Tra queste, Giulia, una ricercatrice, madre di una bimba di 3 anni,
la quale, al termine dell’incontro, tra l’altro, racconta
che il ministro avrebbe bocciato la proposta di un «reddito base
che non sia condizionato a corsi professionali o altro»:
«Ci ha detto che l'Italia è un Paese ricco di contraddizioni,
che ha il sole per 9 mesi l'anno e che con un reddito base 
la gente si adagerebbe,si siederebbe e mangerebbe pasta al pomodoro».
Quanta buona preoccupazione, e senza lacrime questa volta,
per la “gente” povera, senza reddito: i poveri, i senza reddito, 
senza un'occupazione, potrebbero adagiarsi, sedersi e mangiare!
Mentre altri, con redditi certi, e soprattutto i ricchi, specie se di rendite,
possono bene adagiarsi, sedersi e mangiare. Sono liberi di agire,
perché non hanno bisogno dell’aiuto pubblico.
Ormai troppe espressioni di questi ministri tecnici (e intellettuali)
sono rivelatrici di una distanza lunga di incomprensione della realtà,
appunto, della “gente” senza reddito. I bisognosi di aiuto.
E’ l’atteggiamento tipico di chi tende a porre distanze invece di eliminarle,
di chi è abituato a predicare e non a praticare un civile servizio al Paese,
per la crescita culturale, sociale ed economica di tutti.
Non se ne può più!
In verità, la preoccupazione di dare da vivere ai poveri non senza un lavoro
era già di Vives, un umanista del Rinascimento.
Se i poveri, i senza reddito – scriveva Vives -  sono "occupati e assorbiti
completamente dal loro lavoro, si asterranno da quei pensieri ed azioni immorali
nei quali si impegnerebbero se fossero inattivi." E non “si adageranno”!
Ma era anche convinto, lui umanista del 500, della necessità di una legge
che “proibisse a tutti di spendere la propria vita nell'inattività”, ricchi compresi,
perché - ragionava saggiamente - se è vietato ai senza reddito inattivi
di adagiarsi, sedersi e mangiare è altrettanto vietato ai ricchi per rendite.
La Ministra non sa, e neppure riesce a immaginare, 
che è proprio il reddito base, da garantire a “gente” da troppo tempo 
male “adagiata”, e senza aiuti, e vittima di ogni raggiro della politica/mercato,
a dare al sole la sua gioia luminosa, alla “pasta al pomodoro” il suo sapore.
E con il sole, e la pasta al pomodoro, la Civiltà.
O no?
Severo Laleo


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