giovedì 15 marzo 2012

Le quote rosa non sono la soluzione. Meglio il “bicratismo”.



Notizia ANSA del 14 Marzo 2012
Il Parlamento Ue dice sì alle 'quote rosa' tanto nei Cda quanto in politica
approvando in plenaria due relazioni in questo senso.
Più contrastato il sì al rapporto della liberale di sinistra olandese Sophie in't Veld
(361 a favore, 268 contro, 70 astenuti) che chiede iniziative forti
per aumentare la presenza di donne nei ruoli direttivi nel mondo degli affari.
Più netta la posizione a favore della 'popolare' finlandese Pietikainen
(508 sì, 124 no, 49 astenuti) che chiede parità nella rappresentanza politica”.
In realtà, la scalata alla parità attraverso le quote rosa non scalfisce
la struttura maschilista della nostra organizzazione sociale.
Per aprire una via possibile al cambiamento della società,
nella direzione dell’estensione della democrazia e della trasparenza,
e soprattutto della formazione di una decisione pubblica
non più condizionata/dominata da una cultura di genere maschile,
in tutte le “sedi/posizioni” di natura decisoria di pubblica utilità
la presenza uomo/donna non può non essere pari.
Ad esempio chi/cosa impedisce a un partito politico
di chiamare/eleggere/sorteggiare  nei propri organismi
di decisione politica uomini e donne in numero pari?
Chi/cosa impedisce a un partito di avere, ad ogni livello,
una segreteria a conduzione “bicratica” a coppia uomo/donna?
Solo la resistenza di un maschilismo di potere,
diffuso ampiamente in ogni luogo della nostra geografia politica.
Se un cambiamento di questo tipo segnasse qualche nuova
formazione partitica, forse molte/i giovani potrebbero riprendere
un cammino di fiducia verso l’impegno politico.
O no?
Severo Laleo

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