venerdì 29 marzo 2013

La democrazia in Italia a un bivio, tra boss e cittadini




I partiti
Via tutti i partiti”, “Aboliamo i partiti”!
Ma quali partiti? Esiste solo un partito, in verità, a struttura pienamente 
democratica, ed è il Pd. Ed è il solo partito ad avere
un segretario scelto con un voto popolare, un segretario diventato 
candidato Premier grazie a una nuova, importante, tornata elettorale. 
Il Pd non è un partito di un “boss”, ma un partito di “cittadini”.
E solo da poco la Lega è tornata alla democrazia interna,
dopo avere, miseramente, perso il suo “boss”. Anche Sel,
se si guarda alla sostanza, è ancora un partito del “leader”.
Il Popolo della Libertà non è un partito a struttura democratica,
è il partito di Berlusconi, e i suoi “servi liberi”, maestri d’ossequio,
nominati deputati e senatori per grazia ricevuta, obbediscono, 
perinde ac cadaver, al proprio “boss”, senza discussione, 
e senza discussione obbedisce anche il suo segretario Alfano, il primo,
nella storia della nostra Repubblica, ad essere insieme Segretario
e segretario.
Il M5S, per scelta dei suoi fondatori e proprietari del marchio,
non è un partito, è un movimento, non proprio libero di scorazzare,
perché ha un suo “boss”, incontestabile, alla guida. Ma i suoi “cittadini”, 
per fortuna, non sono “servi liberi”, perché, anche se hanno l’obbligo 
di muoversi in un recinto, con portavoce da guardia in agguato, 
non hanno mai rinunciato, grazie anche alle loro storie di attiva 
responsabilità nei territori, alla qualità di essere, comunque e sempre, 
cittadini”, con tutta la nobiltà storica e etica del termine, 
e con l’intatta facoltà dell’esplosione, quando possibile, 
del libero convincimento secondo scienza e coscienza (e non solo interesse).

Le consultazioni
Il problema della democrazia in Italia, palese in queste ore di formazione 
del nuovo governo, è tutto qui, nell'irrisolvibile differenza di struttura di partito, 
delle parti in dialogo.
Consultare il Pdl significa ascoltare le ragioni, personali, di un uomo e basta 
(con tutto il peso dei suoi interessi); non esistono altre preoccupazioni o, 
se esistessero, sarebbero solo il condimento per fini di altra natura;  
il dibattito politico è prigioniero di un capo che non rischia mai il suo posto 
di guida e decisione.
Consultare il M5S significa ascoltare la furia (almeno nelle parole, impiegate 
spesso per iperboli insolenti, ma gustose al palato degli arrabbiati) demolitrice, 
personale, di un uomo e basta; non si intravvede (ancora) la ragione, 
pur leggibile nelle tante proposte di legge, del costruire in responsabilità; 
il dibattito politico è prigioniero di un capo che non rischia mai il suo posto 
di guida e decisione (almeno sino a quando i “cittadini” non si troveranno
a discutere insieme da “cittadini”, ciascuno con il proprio libero convincimento).
E in queste consultazioni sui generis solo il “normale” Bersani
con un vero partito alla spalle, rischia il suo posto in un libero dibattito 
politico interno. Il risultato? L'antipolitica dei boss uccide la politica dei cittadini.

Il Governo
Dimmi con chi vai e ti dirò che democrazia sei.
Con il governissimo? E’ la fine della democrazia nella generale
e indistinta omologazione, per la gioia dei conservatori (illiberali).
Con il governo di minoranza di Bersani? La democrazia apre
finalmente una strada straordinaria verso il cambiamento (liberale).
Con un nuovo leader/boss “simpatico” a destra e a sinistra?
La democrazia perde per strada, ancora una volta, la possibilità
di una riforma della politica a sovranità conviviale.

Per una proposta
Le Consultazioni dei boss non liberano le energie “contenute
dei singoli Parlamentari, e rendono comunque impossibile il cambiamento. 
I Gruppi sono il risultato quantitativo della raccolta dei voti sul mercato 
elettorale da parte di boss e di partiti.
Molti dei nostri Parlamentari, e questo è un dato indiscutibile,
sono “prigionieri” in una gabbia dorata, per libera (?) scelta.
Non possono, quindi, essere i Gruppi i responsabili di fronte
al paese, e alla gravità della sua crisi economico-sociale, 
se non si riesce a trovare una soluzione rispondente al dirompente 
dato elettorale, ma le singole persone elette in Parlamento, 
nella loro qualità di cittadini, a prescindere dai Gruppi di appartenenza.
Forse è bene sperimentare un’altra strada per giungere alla formazione 
di un governo, andando a cercare una “fiducia sperimentale
non più chiedendo ai boss, ma consultando i cittadini.

O no?
Severo Laleo

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