lunedì 11 marzo 2013

Parlamentari prigionieri, precari e fissi




Nelle ultime ore abbiamo assistito a scene impossibili a verificarsi
in altri paesi di moderna democrazia in Europa e non solo.

A Roma un gruppo di libere/i  Parlamentari (chiariamo definitivamente:
le/i  Parlamentari del M5S, qualunque decisione prendano circa il Governo,
sono, senza dubbio, “persone libere”), a Roma, ripeto, Parlamentari
entrano in una riunione con l’obbligo, da una “guida” incontestata stabilito,
di non rispondere, forse per  una “difesa politica personale”,
alle domande della stampa. Il silenzio diventa dominante. 
E la trasparenza è provvisoriamente sospesa.

A Milano un gruppo di “liberi servi” Parlamentari (tra questi persone già note
per aver votato “Ruby nipote di Mubarack”), protesta ad alta voce,
tramite un battagliero Alfano (almeno ora, a difesa del suo “Capo”),
segretario senza potere di “guida” del PDL, davanti e dentro al Tribunale,
per chiedere l’intervento del Presidente Napolitano contro la Magistratura
(è questo il senso ultimo della protesta). Il vociare è dominante.
E permanente è la missione di questi rappresentanti del popolo (quale popolo?
Un dubbio sorge ora, in verità) a ostacolare i processi di trasparenza 
(e non solo giudiziaria).

Forse qualcosa non funziona nella nostra democrazia.
O no?
Severo Laleo


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