mercoledì 6 marzo 2013

Costruire la "sovranità conviviale" con più Partito



Oggi, nei giorni della vittoria del "movimento", il paradosso politico 
è il seguente: abbiamo bisogno di più "partito"; l'antipolitica è nata 
vent'anni fa con Berlusconi e giunge a una sua vittoria con Grillo. 
L'antipolitica di Berlusconi era: arrendetevi all'imprenditore, 
i partiti hanno fallito, ora "ghe pensi mi"; e inventa il “danarismo 
avvilente”, per tenere a libro paga i “servi liberi” alla Ferrara;
l'antipolitica di Grillo é: arrendetevi al Movimento, i partiti hanno fallito,
si ritorni alla "volontà popolare"; e inventa il “vaffismo” per attrarre
la protesta nel grido liberatorio della piazza.
La differenza non è di poco conto: schiavizzazione vs liberazione.
Ma è sempre contro i partiti. Anzi entrambi (e non solo) fondano 
non-partiti.


Ora se, per l'estensione di una democrazia tra pari,
si vogliono contrastare le spinte leaderistiche, 
fondamentalmente maschiliste, antipolitiche, antipartitiche, 
bisogna inventarsi nuove forme dell'agire politico; è necessario 
superare insieme sia la verticalità dei partiti padronali 
(veri non-partiti al servizio del leader carismatico -mai parola 
nobile caduta così in basso!-), sia la orizzontalità dei movimenti 
atomizzati (vere non-associazioni, almeno nel livello nazionale, 
semplicemente "piattaforma...veicolo di confronto 
e di consultazione che...trova il suo epicentro" in un blog), 
sia la burocratizzazione arrivista e autoritaria dei partiti tradizionali 
(veri luoghi di lotta di potere), e costruire, al contrario, dall'interno, 
grazie anche a una riforma dei partiti, una democrazia tra pari 
attraverso la pratica di una "sovranità conviviale". 
O no?
Severo Laleo

Nessun commento:

Posta un commento